martedì 4 dicembre 2007

Mafia: latitante cerca di fuggire dalla polizia, gli sparano e muore


La sua latitanza è finita all'alba, in un dirupo nelle campagne della provincia di Enna. Circondato dalla polizia, Daniele Emmanuello, 43 anni, capo indiscusso della mafia siciliana sud-orientale, non si è arreso. Il boss, uno dei 30 ricercati più pericolosi d'Italia, disposto a tutto pur di non farsi prendere, ha provato a scappare da una finestra del casolare in cui si nascondeva - il covo che aveva scelto per la sua latitanza. A quel punto gli uomini della "Catturandi" hanno prima esploso alcuni colpi in aria, a scopo intimidatorio. Poi hanno sparato per impedire la fuga. Ed Emmanuello è stato colpito forse da due proiettili. Il questore di Caltanissetta, Guido Marino, ha detto che l'epilogo luttuoso non ridimensiona il grado di professionalità dei suoi uomini. Ma in ogni caso, per far luce sull'uccisione del boss, la procura di Caltanissetta ha aperto un fascicolo. Pericolosissimo killer, tra i latitanti più potenti e sanguinari, ricercato da 11 anni, Daniele Emmanuello, aveva cominciato la sua ascesa ai vertici della mafia di Gela negli anni Ottanta, quando lo zio Angelo, capomafia locale, fu assassinato dai suoi luogotenenti per fondare la "Stidda". Fu allora che un giovane Daniele decise di schierarsi con gli uomini di Cosa Nostra, capeggiati da Totò Riina, e contro gli stiddari. Nel suo covo sono stati trovati farmaci, un fucile e alcuni documenti, ora all'esame degli inquirenti.

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